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Chi non ha subito un lutto? Sigwart, muore durante la I guerra mondiale, ma una volta "trapassato" cerca di mettersi in contatto con la famiglia attraverso sua sorella Lycki. "Sono io a parlarti, tuo fratello Sigwart che ti ama" così inizia la sua prima comunicazione nel 1915. Il tema principale che affronta Sigwart è chiedere ai familiari di non piangere e di non essere tristi poiché questo non lo aiuta nel percorso che deve affrontare dall'altra parte del mondo fisico. Sigwart comunica come se non fosse morto pare ancora vivere tra le mura di Liebenberg e questo si avverte in ogni messaggio, egli stesso rivela che dove "è adesso" le distanze sono solo una concezione umana come il vivere e il morire. Seguendo il percorso di Sigwart, possiamo costruire dentro la nostra anima "un ponte" che collega il nostro mondo a quello spirituale dove vivono i nostri cari e possiamo arginare le nostre ferite; cominciando a guardare alla morte con un occhio diverso. Egli stesso la descrive positivamente come l'ingresso in un regno di luce e di amore. E ogni sua parola è permeata di amore: sentimento che trabocca da tutte le sue comunicazioni, prende vita e riscalda il cuore di chi legge.